giovedì, ottobre 05, 2006

Un volo pindarico

L'acqua è la fonte primaria di sostentamento per la stragrande maggioranza degli animali pluricellulari presenti sulla terra. E' una fonte naturale, teoricamente inesauribile, praticamente in esaurimento. È insapore, inodore, incolore.
Il pane è la fonte di sostentamento più importante, dopo l'acqua, per tutto il genere umano. E' una fonte derivata, neppure troppo semplicemente, dalla lavorazione di diversi elementi naturali, quali acqua, grano, sale. È saporitissimo, emana dei profumi fantastici in cottura, può assumere diverse colorazioni a seconda degli ingredienti, della preparazione, dei tempi di cottura. Ci sono voluti secoli di perfezionamento, fin dalla preistoria, quando gli uomini pestavano le ghiande per ottenere una farina da cui preparare un pane simile ad una focaccia, perché arrivassimo al pane che conosciamo oggi. Con l'introduzione della lievitazione da parte dei babilonesi, perfezionata poi dagli egizi. Con l'aggiunta di altri ingredienti, come il sale e l'olio, e l'istituzione dei primi forni da parte dei greci. Con l'opera di diffusione operata dai Romani, che probabilmente diedero i natali al pane che conosciamo oggi. Il periodo del Rinascimento diede poi l'ultima spinta così che il pane divenisse l'alimento più diffuso in tutti e tre i mondi. Beh... almeno nel primo e nel secondo.
Il pane e l'acqua insieme costituiscono gli alimenti convenzionalmente elevati a minimo pasto utile al sostentamento di un essere umano. Anche di un cane, in effetti. Figuriamoci poi di un topo. L'espressione “a pane e acqua” è universalmente conosciuta e riconosciuta; la pratica del cibarsi di questi due soli alimenti viene sovente assegnata come tortura o punizione, scelta come penitenza, usata come mezzo per l'elevazione dello spirito. In tutti i casi comunque, l'alimentarsi con i soli pane ed acqua è definito come un sacrificio. Tranne che per Pannella; per lui il sacrificio sono un caffè e una pasta la mattina a colazione.
Il pane inoltre, in quanto alimento dipendente dalla disponibilità delle materie prime che lo compongono, ha attraversato le diverse epoche adattandosi alle necessità degli uomini. Quelle alimentari perlomeno. Così nel medioevo la povera gente era costretta a preparare il pane con l'orzo e il farro, perché non potevano certo permettersi il costosissimo frumento. Spesso la mancanza di alimenti non è stata globale, bensì localizzata ad alcune regioni; il pane originario di Perugia viene preparato senza l'uso del sale a causa del fatto che, per un lungo periodo di tempo, nella Perugia medioevale ci fu un aumento vertiginoso delle imposte sul sale, che causarono alla fine una rivolta della popolazione (passata alla storia come Guerra del Sale), sedata dalle truppe del pontefice Paolo III, il quale, a seguito di questa guerra, diede inizio alla costruzione della splendida Rocca Paolina.
Oggi siamo abituati all'abbondanza di ogni bene. Ci lamentiamo se al supermercato non troviamo almeno due marche diverse di farina, perché siamo convinti sia nostro inviolabile diritto scegliere quella che riteniamo, a torto o a ragione, la migliore, per poi renderci conto che puzza di topo morto e ne porta lo stesso sapore. Però che diamine, l'abbiamo scelta noi.
Ma cosa succederebbe se domani venisse a mancare uno degli ingredienti? E se ne mancasse più d'uno? Meglio ancora, cosa accadrebbe se non potessimo cuocere (e quindi cucinare) più nulla?
Lo so, sembra un'eventualità impossibile, eppure la storia ci insegna che le cose impossibili tendono a smentire la loro natura più spesso di quanto non crediamo. Personalmente avrei ritenuto impossibile vedere una mortadella al governo, ma tant'è.
Il clima mondiale sta cambiando. Alcune specie animali sono in via d'estinzione, altre sono già estinte. Anche la flora subisce il cambiamento senza apparenti lamentele; certo, da una begonia gigante del Brasile non ci si aspetta mica una manifestazione di piazza. Dallo strato di permafrost in assottigliamento si stanno liberando le sacche di metano imprigionate da centinaia di migliaia di anni, incrementando l'effetto serra che ne provoca la liberazione, alimentando così un circolo vizioso che, nel peggiore dei casi, cambierà radicalmente la composizione della nostra atmosfera. Anche le profondità marine hanno il loro simpatico strato di permafrost, che conserva sacche di metano e mantiene stabili le placche continentali; un suo assottigliamento potrebbe provocare immani catastrofi. Ma l'uomo generalmente non è lungimirante e vede ben poco al di là del suo spazio vitale; l'importante è poter uscire di casa, prendere la propria automobile, recarsi al proprio ristorante preferito e ordinare una bella bistecca al sangue, ma che provenga da allevamenti biologici per carità!
Chissà, forse un domani ci renderà felici la semplice consapevolezza che al pranzo della domenica verrà servita una razione abbondante di pane e acqua, ma è un domani che mi auguro di non arrivare a conoscere.

9 Comments:

Jenny ha detto...

Complimenti Stefano hai scritto un bel pezzo; l'inizio mi ha lasciato un po perplessa perchè sembrava copiato di pari passo da un libro poi continuando a leggere ho apprezzato perchè dalle informazioni storiche sei passato ad esprimere la tua opinione che in alcune parti è uguale alla mia: ma ormai la scrivo lo stesso anche se passo da copiona.

Stefano C. ha detto...

Grazie :)
Non temere di essere ripetitiva. Ognuno è libero di esprimere la propria opinione ed è normale che ce ne siano alcune simili. L'importante in fondo non è l'opinione, ma il modo in cui la si esprime e la si porta avanti.

Andrea T. ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Andrea T. ha detto...

Altra cosa:
In pane e acqua Stefano ha trovato addirittura il passaggio dalla Genesi all'Apocalisse !!
Ora ragazzi non voglio sentire nessuno che dice che non gli viene nulla da scrivere.

Cinzia ha detto...

Veramente interessante lo scritto che ci hai proposto Stefano… ho letto con attenzione tutto sino alla “mortadella”….uh signore non ho mica pensato al ROMANO … ma via di corsa a farmi un panino . Quindi ragazzi occhio ai riferimenti gastronomici che la sottoscritta ha certi impulsi improvvisi.

Quanto prima darò la mia partecipazione all’interessante argomento…

Lo farò per far ripartire l’Italia. …ma fatelo tutti per il bene dell’Italia.

Scusa Ste’ ..ma è una frase del nostro presidente che mi piace una SACCO 

Andrea T. ha detto...

Veramente interessante la sequenza di "slide" sulla storia del Pane. Non avrei mai approfondito sino a questo punto l'argomento. Bravo ci hai dato modo di conoscere qualcosa di nuovo.
Ottimo quindi il "tour" proposto e corredato dai i tuoi commenti. La sensazione e' stata quella di fare un giro in un museo accompagnati da una guida che di tanto in tanto non si vergognava di ironizzare, con spirito critico, su cio' che raccontava.
In quanto al futuro.... beh anche io spero di non essere qua se le cose dovessero mettersi male; per natura non mi scontro con dei problemi quando non hanno consistenza ma apprezzo chi considera le eventualità e non disdegno di immedesimarmici quindi la fine del viaggio e' stata piu' che piacevole e soprattutto ricco di spunti per prevenire quanto non si potrebbe curare

Anonimo ha detto...

Molto ben articolato e ben studiato oltre che essere sicuramente ben scritto, lascia però un legero senso d'angoscia per il futturo dell'umanità!

Da cancellare ha detto...

Vorrei rassicurare tutti coloro che si sono messi paura.
Stefano lo conosco bene, secondo me stava scherzando su tutte quelle catastrofi.
Però mortadella è veramente al governo.

Jenny ha detto...

P.S.
Si vede che non bevi molta acqua; non sono d'accordo sul fatto che l'acqua è insapore, io trovo notevoli differenze da una all'altra :-)))