giovedì, novembre 30, 2006

Ricordati di santificare le feste. Conclusioni

L'argomento era difficile, pesante, impegnativo.
E infatti tutti i coraggiosi redattori che così bene avevano dibattuto su pane, acqua ed amicizia hanno ben pensato di esimersi dal pubblicare anche solo due righe.
Ora speriamo che l'argomento che Marco proporrà per la prima quindicina di Dicembre venga incontro all'ispirazione di tutti.
Solo una cosa mi sento di dirvi: esponetevi, giocate e mettetevi in gioco. Non è l'argomento che conta ma come lo scrittore lo interpreta e lo fa suo, sconvolgendolo magari, deridendolo se si vuole, dissacrandolo, perché no.
Insomma, tirate fuori le palle!

Tra le righe

Il Vangelo è stato per me il punto di partenza di una grande apertura verso una spiritualità matura e profonda. Quelle parole semplici e cariche di contenuto mi hanno inondato l’anima.
Qualche anno fa ho letto il Vangelo per tre volte consecutive, ogni volta con trasporto e avidità e mi sono lasciata impregnare dai messaggi d’amore e di bene sorprendentemente universali e veri. E’ incredibile quanto un opuscolo che riporta fatti accaduti 2000 anni fa conservi sempre un tale valore etico.
Da quel momento ho consigliato a molti di provare a leggere il Vangelo senza preconcetti, ma pochi lo fanno oggi.
Credo che tra le righe sia sempre importante percepire il messaggio che un testo trasmette e se si crede giusto, farlo proprio e arricchirlo con l’esperienza e altre letture sui generis che possano dare conferma delle intuizioni che si hanno.
Il mio concetto di fede è molto ampio e investe tutti gli ambiti della vita. Non è limitato a rispettare i comandamenti. Credo che la preghiera sia già in sé un modo di santificare ogni giorno e non solo le feste.
Tutto ciò che leggiamo su Dio, su Cristo o sulle religioni in genere sono opera dell’uomo e sta ad ognuno di noi comprenderne il senso e l’importanza e crederci nella misura in cui il nostro discernimento ci consente.

mercoledì, novembre 29, 2006

Urgente Riflessione

Momenti di recupero in cui raccogliere le nostre forze o riflessioni su fatti storici accaduti ?

Personalmente abbraccio la teoria che le feste sono una necessaria sospensione della routine ordinaria mettendo un punto alla fatica , per andare a capo con le cose da fare poi. "Vangelo secondo Cinzia "
Però tra le varie riflessioni mi sono accorta che forse appartengo anche alla schiera dei dubbiosi e poco “informati” delle vicende storiche a cui molte festività sono collegate.
Spesso vedo nelle feste religiose solo un bisogno dell’uomo ad una delle tante possibili risposte al senso/nonsenso della vita.

Solo nelle più importanti celebrazioni religiose quali la Pasqua e il Natale ho rinvenuto significati universali non frutto di trattati di scienza ma semplicemente considerazioni un pò rituali .
Il Natale , mi piace perché percepisco la celebrazione della natività che ricomincia ogni anno .
Ogni anno puntuale anche l’ inevitabile stress e strazio dei preparativi che ci vede un po’ tutti grandi degustatori di piatti tipici e dolciumi e acquirenti di regali .
Dovrei evitare questi comportamenti meccanici e questi ruoli convenzionali a favore di una riconquistata consapevolezza di un più forte sentire.
Me lo ripropongo sempre … urge riflessione .

Per la pasqua mi lascio trasportare dal misterioso significato della più antica speranza dell’uomo : quella di sconfiggere la morte . La vita che non muore ma che “risorge” allontanandone paure e angosce.
Se su tale primordiale argomento del “terrore sulla morte” comprese svariate soluzioni
non esistessero tante divergenze o opposti integralisti forse ci sarebbero anche meno guerre . ???

Qualunque sia il significato di questa speranza , mi ha sempre colpito il dato storico di Gesù crocifisso. Nella sua figura , fin da bambina, nei libri a fumetti del catechismo , “ quei disegni “ che rappresentavano la grande sofferenza di un uomo .
Da un po’ più adulta ho il ricordo recente delle crudi immagini della passione di “M.Gibson”
al di là dell’americanata commerciale, ho percepito in concreto quel dolore e strazio di un corpo in carne ed ossa inchiodato ad una croce.
Per qualche ora dopo la programmazione mi è rimasta una tale angoscia. Non conoscevo tutti quei retroscena dell’oggetto di legno diventato ormai una presenza fin troppo indifferente in molte aule uffici e luoghi pubblici . Il simbolo della croce , per credenti e non
è visto come il simbolo del dolore umano e della solitudine nella morte.

Croce o altri simboli di quante religioni ha bisogno l’uomo per vivere nella speranza di non morire mai ?
Se è vero che Dio è uno, giustamente ciascuno cerca di portarlo dalla propria parte .
Di recente si narra , a favore di questa considerazione una delle peggiore oscenità : un Bush e un Bin Laden.
Non più fumetti a colori o film ricchi di effetti speciali non più l’ AB dei vecchi comandamenti ma una cruda verità che separa il mondo per combattere in LORO nome !

I tre anelli

Dovete sapere che come la sciocchezza spesso trascina il prossimo dalla felicità alla grande miseria, così il discernimento trae il saggio da grandissimi pericoli e lo mette al sicuro. E che sia vero che la sciocchezza possa portare dalla felicità alla miseria lo si vede da molti esempi che è inutile raccontare, perché li vediamo ogni giorno intorno a noi. Ma che il discernimento sia causa di felicità ve lo dimostrerò con una novelletta.
Il Saladino (il cui valore fu così grande che non solo da piccolo uomo lo fece diventare Sultano di Babilonia, ma ancora sopra molti re saraceni e cristiani molte vittorie gli fece avere), avendo speso tra guerre e magnificenze tutto il suo tesoro, e avendo per sua necessità una subitanea urgenza di denaro, e non vedendo chi avrebbe potuto favorirlo al momento, gli venne in mente il nome dell'ebreo Melchisedech, che prestava ad usura in Alessandria e pensò che costui avrebbe potuto favorirlo. Ma conoscendolo come avaro, sapeva che non lo avrebbe fatto volontariamente ed egli non lo voleva costringere con la violenza; pensò pertanto un espediente ammantato di legalità. Fattolo chiamare lo fece familiarmente sedere accanto a lui e subito gli disse:
"Valentuomo, io ho sentito dire che sei molto saggio e che sei sapiente in religione, e perciò io vorrei da te sapere quale delle tre religioni tu reputi vera, la giudaica, la cristiana o l'araba."
Il giudeo, che veramente era un saggio, s'accorse che il Saladino voleva coglierlo in fallo, per poi muovergli una lite, e pensò che lodando egli una di queste tre, il Saladino avrebbe certo raggiunto il suo scopo. Per cui, come colui che aveva bisogno di fornire una risposta tale da non essere compromesso, aguzzò l'ingegno e rapidamente, essendogli venuto in mente quello che doveva dire, così parlò:
"Mio Signore, bello è il quesito che voi mi ponete e per dirvene quello che io ne penso, mi conviene raccontarvi una novelletta che tosto ascolterete. Se non sbaglio, io mi ricordo di aver sentito parlare di un ricco uomo del tempo che fu, che, tra i suoi tesori, aveva un bellissimo anello e volendo degnamente onorare la sua bellezza e il suo valore lasciandolo in perpetua proprietà ai suoi discendenti, ordinò e dispose che colui dei suoi figliuoli, presso il quale quell'anello fosse trovato, fosse considerato suo erede e che da tutti gli altri, come maggiore, fosse onorato e riverito. E di generazione in generazione avvenne così per moltissimi anni; ultimamente questo anello pervenne in mano ad uno che aveva tre figliuoli, tutti belli, virtuosi e obbedienti al padre e che per ciò egli ugualmente amava. E i giovani, che conoscevano la tradizione dell'anello, desiderosi di essere ciascuno il più onorato degli altri, pregavano il padre, uno per uno, di essere il prescelto e di avere in eredità l'anello alla sua morte.
Il valentuomo che amava ugualmente tutti e tre, non sapendo chi scegliere, pensò, avendolo promesso a tutti e tre, di soddisfarli tutti; e segretamente fece fare due copie dell'anello, così somiglianti che solo lui che li aveva fatti fare, appena appena poteva riconoscere il primo. E sul punto di morire, segretamente, li distribuì ai figliuoli.
Costoro, dopo la morte del padre, volendo ognuno per sé l'eredità, ed ognuno negandola all'altro, a testimonianza del loro volere, tutti tirarono fuori l'anello; e trovando i tre anelli così simili tra loro, tanto da non poter riconoscere il vero, la questione della eredità rimase in sospeso e ancora pende.
E lo stesso vi dico, mio Signore, delle tre religioni date da Dio padre ai tre popoli e delle quali mi proponeste il quesito. Ciascuno crede di essere il vero erede e depositario della migliore religione; ma chi l'abbia veramente, la questione ancora pende, come quella degli anelli."

Liberamente estratto dal Decameron di Giovanni Boccaccio, Giornata Prima, Novella Terza.

E quindi ciucciatevi il calzino voi, fondamentalisti cristiani, ebrei, islamici, rigorosamente citati in ordine alfabetico per non turbare e vostre ostentate e aristocratiche suscettibilità.
Voi, che vendete la vostra verità ad un prezzo che nemmeno Iddio, se esiste, oserebbe esigere.
Voi, che fate di Iddio lo strumento per convincere altri ad essere il vostro.
Voi, che professate il sacrificio e chiedete abnegazione giacendo sotto morbide lenzuola di seta porpora.
Voi, che distribuite stupefacenti nelle vostre Case di Dio nel tentativo di inibire la capacità di raziocinio di poveri sventurati.
Voi, che tutto spiegate con la fede ma nulla dimostrate con l'amore.
Voi, che vi arrogate il diritto di decidere come l'uomo debba vivere, come debba morire.
Voi, che vendete a tutti un'effimera altra vita pretendendo di comprare l'unica che abbiamo ad un prezzo d'occasione.
Voi, che santificate le feste con fiumi di parole ed ettolitri del nettare proibito a tutti, tranne che ai detentori dell'unica verità.
Voi, si, voi, siete soltanto dei poveri uomini!
E per questo, io, vi perdono.

martedì, novembre 28, 2006

L'alchimista

Prima il buio poi un punto.
Come un proiettile si diresse verso di me una sfera.
Vedendola arrivare, sempre piu’ grande, mi misi supino per attutirne il colpo con i piedi.
Fortunatamente prima dell’impatto rallentò, si poggio sulle mie suole che incurvandosi ne seguirono la sagoma. Le mie gambe leggermente piegate per la pressione che avevano sopportato, rimasero salde premendo sul bacino. Se fosse stato un uovo di pasqua avrei potuto esserne la sorpresa tanto era grande.
Qualche istante piu' tardi inizio ad ingigantirsi fino a diventare piano restituendo alle mie scarpe la forma originale.
Camminavo sul pianeta terra dopo qualche giorno. Corsi e corsi per anni senza stancarmi e senza arrivare mai. Quando mi fermai decisi di guardare attentamente una piccola pietra, la guardai per secoli senza vederla mai tutta.
Mi circondava, mi schiacciava e mi dominava quella palla arrivata dal nulla , proprio da dove arrivavo io.
Sempre presente l’infinito. Infinitamente grande e infinitamente piccolo.
I tentacoli del nulla mi avvolgevano lasciandomi solo senza nessun conforto, senza darmi la possibilità di trascinarmi fuori dal deserto che galoppava davanti ai miei piedi. Nessuna promessa di eterno, nessuna parvenza di salvezza lungo la lontana linea dell’orizzonte.
A me. Proprio a me perche’ ? A me che per tutta la vita mi ero ricordato di santificare le feste.

giovedì, novembre 16, 2006

Ricordati di santificare le feste


Aggiungo due righe al titolo di Cinzia solo per chiarire che questo è l'argomento di discussione fino al 30 Novembre.

martedì, novembre 07, 2006

“Pupismo” in tv

La pupa e il secchione è il titolo di un reality di recentissima programmazione che ha come protagonisti caricature umane che rappresentano questi due mondi così contrastanti e diversi. L’ennesima bassezza televisiva che strumentalizza uomini e donne estrapolati presumibilmente dal mondo reale per incollare agli schermi un pubblico più numeroso possibile. Donne “pupe” e uomini “secchioni”, non è una novità che nel piccolo schermo la figura del maschio intellettuale e bruttino sia affiancato da bellone da esposizione senza cervello. Perlomeno questo è ciò che ci mostrano.
Si stà abusando senza criterio e smodatamente di tutto ciò che è esteriorità e apparenza, mettendo in risalto curve, belle carrozzerie e tutto ciò che stimola appetito sessuale e istinto animale.
Seppure nella realtà le donne siano riuscite a conquistarsi diritti e a far valere le proprie inclinazioni e capacità con lotte e difficoltà enormi, seppure ancora oggi continuino a sussistere discriminazioni, problemi d’inserimento e forti disagi nel mondo del lavoro, di contro la televisione continua a mostrarci questa donna.
Veline, letterine, letteronze, schedine e via dicendo, giovanissime di poco più di 20 anni che appaiono solo per mostrare il corpo, provocare il telespettatore con sguardi amicanti e scollature vertiginose ed esibirsi in pose sensuali e movimenti sinuosi che magnetizzano prepotentemente l’attenzione di chi guarda e diventano pericolosamente modelli di riferimento per bambine e adolescenti.
Donne sempre perfette e allegre che sembra abbiano scoperto l’elisir della giovinezza perché per continuare a stare davanti all’obiettivo devono ricorrere a bisturi, lifting e trucchi miracolosi.
Si è arrivati a produrre programmi in cui la figura femminile è ridicolizzata e degradata in quanto appare bella e sensuale ma appena apre bocca si scopre idiota e superficiale. Quel che preoccupa è che sono tantissime le donne che sperano di passare le selezioni per partecipare a trasmissioni del genere.
Negli ultimi anni il fenomeno del pupismo televisivo si è diffuso a macchia d’olio colpendo anche l’uomo che invidioso del protagonismo delle forme femminili ha voluto dimostrare di avere un corpo anche lui e per catalizzare l’attenzione sulla propria esteriorità ha cominciato a “imitare” la donna portando all’esasperazione la cura per il proprio look. Ed ecco comparire sul piccolo schermo anche veline e letterine al maschile e personaggi tutto muscoli e niente cervello protagonisti di trasmissioni demenziali seguitissime, davvero allarmante!
La televisione sta diventando un mercato di carne umana, vince chi ha la merce più accattivante, chi convince la massa e gioca su desideri istintivi facendo risaltare forme, fisicità e belle proporzioni a discapito di un contenuto sempre più frivolo e mediocre. NON SE NE PUO’ PIU’!!!

Il fattore Va

Tutto si riduce ad una rappresentazione gaussiana.
La gaussiana, che non è affatto una procace abitante della fantomatica città di Gauss, ci insegna che la maggioranza di una popolazione statistica si attesta intorno alla media. Man mano che ci si allontana dalla media, la frequenza diminuisce con un andamento curvilineo discendente detto (appunto) gaussiano.
Con media, nel caso specifico, non si intende una serie di persone fatte con lo stampino, bensì quell'enorme ammasso di individui il cui equilibrio tra qualità e difetti si attesta intorno allo zero.
Supponiamo di assegnare ad ogni qualità un livello compreso tra zero (assenza totale) e infinito (individuo completamente intriso della qualità in oggetto). Ipotizziamo altresì di assegnare ad ogni difetto una scala simile, compresa sempre tra i valori zero (il diffetto non esiste) ed infinito (accidenti se esiste).
Siano:


enunciamo qui di seguito la formula fondamentale per il calcolo di F:


Ebbene, se prendessimo in esame un numero elevato di individui, rileveremmo senz'altro che la maggioranza degli F si attesta intorno allo zero. La frequenza dei valori ottenuti andrebbe a formare, come dicevamo, una rappresentazione grafica approssimata da una curva gaussiana.
Questo non significa certo che tutti gli individui con lo stesso valore di F siano uguali. Un valore pari a zero potrebbe essere originato da molti Q di livello medio/basso bilanciati da un D di livello altissimo. Certo, se questo D fosse la prerogativa dell'individuo in questione di puzzare come una scrofa, non sarebbe semplice da affrontare, ma una buona protezione olfattiva (leggi: maschera antigas) aiuterebbe a renderlo quasi gradevole, nell'eventualità che un corso intensivo di scrostamento e pulizia del corpo non fosse sufficiente a ridurre drasticamente il livello del D.
Un altro fra i tanti casi possibili di F uguale a zero è quello (rarissimo) in cui tutti i livelli di Q e D sono perfettamente identici. Ma in questo caso cambia moltissimo a seconda del livello, perché se un F=zero con i Q e D prossimi allo zero sarebbe sopportabile (per quanto probabilmente sciatto e infinitamente noioso), un F=zero con i Q e D prossimi all'infinito sarebbe senz'altro un individuo schizzofrenico e forse, proprio per questo, geniale.
Per ottenere quindi altri indicatori significativi si calcolano:




Come avrete certamente già intuito, la somma di questi valori darà origine a C:


dove C è l'indice di schizzofrenia dell'individuo.
E' inoltre calcolabile molto facilmente l'indice di miglioramento.
Data:


l'indice di miglioramento U sarà ottenuto dalla formula:


Nota: è evidente che il valore di U per un individuo appena nato sia pari ad infinito. Del resto è inopinabile che il repentino passaggio da una sacca di liquido amniotico ad una culla con tutti i comfort sia un deciso passo avanti.
La speranza di miglioramento di una società è data dalla formula:


dove:


L'ultimo indice, la cui formula attende ancora dimostrazione, rappresenta la capacità di un individuo di prenderlo nel didietro dalla società senza soffrirne troppo o reagire in maniera inconsulta:


Come il lettore potrà facilmente dimostrare da se, l'individuo noioso di cui si parlava poc'anzi si troverà il traforo del Monte Bianco al posto del deretano.
Infine, moltiplicando fra loro gli indici finora presentati, si ottiene il valore del fattore Va, ovvero la potenza dell'epiteto con cui gli individui che hanno letto fino alla fine il mio trattato (ma con buona probabilità anche coloro i quali si sono rotti prima i maroni) vorrebbero apostrofarmi:

 

sabato, novembre 04, 2006

Pupe e secchioni o secchione e pupi?

Mah… mi sembra che si stia assistendo ad un periodo di cambiamento che ancora non è terminato e porterà a sconvolgere abitudini e ruoli tra secchioni e pupe!
Infatti ‘ste pupe (donne), stanno pian pianino diventando secchione andando ad occupare soprattutto nel mondo del lavoro i ruoli che da sempre son stati esclusivi per i secchioni (uomini), e sin qui la cosa potrebbe non essere preoccupante, anzi direi pure giusta, sotto certi aspetti, solo che quando gli equilibri stabili di tempi lunghi vengono in qualche modo sbilanciati accade che questi debbano riassestarsi.
Il problema nasce soprattutto quando pupe e secchioni devono convivere assieme e se da un lato il secchione aveva sognato la sua bella mogliettina che quando rientrato da lavoro gli faceva trovare tutto fatto e la poltrona libera per riposare, la pupa che ora lavora non vuole proprio sentirne e se arriva per prima a casa la poltrona se la occupa lei!
Il secchione è ora completamente disorientato la reazione è inconsulta, manca proprio di riflessione, le pupe vogliono essere uguali ai secchioni… bene, allora si combatte ad armi pari e via si parte: in aggiunta alla barba ci si accolla anche l’onere della ceretta (che fa un male cane), arrivano anche cure estetiche maschili, un po’ di trucco leggero la permanente e la tintura a capelli (per chi ce li ha) e qualcuno ricorre addirittura alla chirurgia estetica (speriamo di non doverci rifare pure le balle)!
Io son seriamente preoccupato, non vorrei che si stesse andando incontro anche a mutamenti genetici, considerando il fatto che bisogna salvaguardare la sopravvivenza della specie e che ‘ste pupe si cominciano pure a lamentare dell’incombenza e delle limitazioni che la gravidanza impone alle donne, vuoi vedere che ci tocca pure di partorire i figli!

Boh boh, io speriamo che me la cavo!

venerdì, novembre 03, 2006

Beit beut


BAGDAD:
“Beit beut, il reality conquista gli iracheni La sfida: un gruppo di sciti, sunniti, curdi e cristiani vivono sotto lo stesso tetto e competono tra loro in modo amichevole e sincero.
La notizia incredibile è che è girato in Iraq e i protagonisti sono tutti iracheni: i giovani si affrontano in competizioni in modo leale e sincero, vivendo in pace e armonia nella stessa casa.”


Il network che lo trasmette è Al-Sharqiya. In una nazione sconvolta dalla guerra, tutti gli weekend, viene trasmesso in prima serata. Per rendere il tutto ancora più interessante, ovviamente, i partecipanti sono originari di regioni e città etnicamente diverse.
La notizia di questo reality, sicuramente, impone la necessita di vedere il fenomeno anche da un differente punto di vista, rispetto a quello solito, della critica, che lo demonizza. In questo caso offre ad un popolo, messo a dura prova dalla guerra, qualche ora di speranza e perché no di gioia. Se quindi in quella terra, dove non si ha tanta voglia di ridere ed essere spensierati, il reality riesce a portare un po di allegria, allora ben venga.
Io penso che il reality si debba considerare uno spettacolo, come tanti altri, dai contenuti frivoli, che quindi può essere visto da tutte le persone, ed è per questo che ha un vasto pubblico.
Le lezioni di matematica proposte alla RAI ovviamente non hanno avuto molto successo, eppure il reality ha evidenziato un estremo bisogno in italia di queste lezioni.
Ma che gli pretendiamo alla TV, è sempre stata sostenuta principalmente da programmi frivoli, perché ci dovremmo scandalizzare ora con i reality.

Questa sera quando accenderete la TV, la notizia più importante sarà il nome dell'ultimo eliminato di “Beit beut” che passando da reality a realtà potrebbe essere il nome dell'ultimo eliminato ammazzato, dal duro gioco dei potenti.

giovedì, novembre 02, 2006

La pupa e il secchione

La pupa e il secchione, bleah. Solo il titolo è... stomachevole.

I reality sono come le elezioni, nessuno li guarda e nessuno li ha votati, eppure sono sempre là.

Non sai mai quando c’è qualcosa di vero, è vera invece una cosa, persone del genere…esistono davvero! Mi vengono i brividi al solo pensiero. Certo è che se mi offrono una montagna di soldi sono il primo a correre davanti alle telecamere a scimmiottare, ciò nonostante preferisco tenermi quel poco di sale in zucca che ancora cerco di tenere stretto stretto ed elargirlo con parecchia parsimonia! Non si sa mai, all’occorrenza può tornare sempre utile, come un vecchi indumento usato, vecchio che teniamo ben in vista nell’armadio, sempre pronto all’uso.

Mi addolora che la televisione d’oggi ci accontenta, infatti, davanti a chi la produce, facciamo spesso e volentieri gli stupidi, è ovvio poi che cerchino di accontentarci! A loro interessa l’audience, lo share, in parole povere: gli introiti pubblicitari.

Bene, sembrerebbe proprio che non esistano dubbi d’alcun genere in proposito, prima desideriamo una cosa ( Reality ), quando l’abbiamo ottenuta.. ce ne lamentiamo. Chiudo così: meno TV e più realtà. Non serve rifuggire dalla realtà, è sempre lì che ci aspetta ed è meglio affrontarla ( la nostra realtà ) e non rifuggirla.

Non riesco a non urlare

Ho dovuto studiare e forse dovrei studiare ancora molto per capire o meglio digerire il fenomeno televisivo che negli ultimi anni avviluppa, confondendo, le menti degli innumerevoli telespettatori che immancabilmente vengono misurati dagli apparecchi auditel ai fini di definire i canoni economici degli spot pubblicitari che loro stessi consumano.

Già, le migliori menti creative dello spettacolo chiamate a inventare i format piu' accattivanti e psicologicamente piu’ efficaci solo per dominare le preferenze di ascolto televisivo.

Una TV asfittica dove oggi piu’ che mai la parola "scelta" è una grande assente.

Attori senza talento vengono imprigionati dall’occhio indiscreto della telecamera, costretti ad un improvvisazione molto ben guidata che raggiunge l’apice della sua eccellenza in clamorose perdite di controllo.

Questi gli ultimi grandi spettacoli arrivati per voi direttamente dagli “United States of America”

Non ho avuto bisogno di seguire direttamente le ultime vicende degli ormai innumerevoli trashow (chiamati anche reality) in programmazione per farmi un’idea della loro sostanza; molti di noi ne parlano con eccitazione e veemenza al caffe’ (quando ovviamente gli avvenimenti sportivi della sera prima scarseggiano). Mi viene il vomito al mattino presto.

Di reale non hanno assolutamente niente se togliamo quelle reazioni indotte siringando dosi massicce di stress ai partecipanti che credono forse di poter riscattare un successo perduto o raggiungerne uno mai avuto con qualche mese di purgatorio.

Ma guardateci, il popolo moderno, noi la davanti ad aspettare le bestemmie di Ceccherini o gli scontri di Katia Ricciarelli con un perfetto sconosciuto (come se lei fosse una nostra amica poi) o ancora le dichiarazioni remote di un Albano allontanato dall’amore e costretto all’esilio. Non ho parole!

Perché il pubblico adulto ed emancipato del 21° secolo ha accolto con grande entusiasmo questo ospite scadente e mediocre nella propria casa?

Mi viene da pensare che lo abbia cercato, come a voler colmare un bisogno primario e questo mi spaventa.

No. Non puo’ essere cosi. Qualcuno probabilmente ha pensato bene di addentrarsi nei meandri delle insicurezze umane, costanti presenze della vita, e con naturale spregiudicatezza fornirne la soluzione. Una chiave di volta piuttosto insolita attorno alla quale ruota la riproduzione di un sistema che altro non è che il nostro vivere quotidiano con i piccoli problemi che lo sovrastano, una realtà parallela, piu’ frivola, che esalta la grandezza della nostra esistenza, un confronto diretto con pseudo grandi personaggi che mostrano le loro debolezze e ci fanno sentire piu’ forti….e chi piu’ ne ha piu’ ne metta.

Cara TV questa e’ solo una parte del mio sfogo.

Concludo per ora con un: “Ma mi faccia il piacere !!”
Click.

mercoledì, novembre 01, 2006

La pupa e il secchione

Stereotipi, luoghi comuni, discriminazioni sessuali, idee preconcette, intelligenze diverse. Non vorrei vi fossilizzaste a parlare di reality e neppure specificamente del reality di cui all'oggetto. Mi piacerebbe invece svisceraste l'argomento dal punto di vista sociologico: Quanto questi reality rispecchiano la vera realtà? A prescindere dalla sincerità dei partecipanti, esistono veramente le tipologie di persone rappresentate?
Se poi voleste rappresentare anche il punto di vista scatologico, tanto meglio; dopo un argomento serio come il precedente, lasciamoci travolgere dalle frivolezze.

Buon lavoro!

PS: colgo l'occasione per comunicare alcune novità. Da questo argomento, il proponente (in questo caso me medesimo) posterà un articolo finale di "sunto", nel quale scriverà il suo parere sul modo in cui l'argomento proposto è stato affrontato.
Chi non lo avesse già fatto può prenotarsi per proporre un argomento scrivendo alla mail lavodelpa@gmail.com.