sabato, febbraio 17, 2007

Pagina di diario

Cosa registrano i vostri occhi, cosa vi colpisce. Impressioni personali, riflessioni, pensieri che vi accompagnano quotidianamente dando sapore ad una giornata qualunque. A voi la scelta di cosa raccontare.

NB: Per la discussione di questo argomento avete tempo fino al 15 Marzo.

mercoledì, febbraio 14, 2007

Il dubbio

- E tu saresti la Dea Bendata?
- Perché, non le somiglio per caso?
- Come posso giudicare una somiglianza con qualcosa che non esiste?
- Sei un uomo molto scettico Stefano, ma il dubbio ti rode sempre, non è vero?
- Il dubbio alimenta la curiosità, la curiosità nutre la conoscenza, la conoscenza genera il dubbio. In che modo tu potresti influire su questo o altri cicli vitali?
- Eppure nel tuo ciclo vitale ho influito parecchio, non credi?
- E quando mai, di grazia?
- Non ricordi la volta in cui un camion senza freni ha giocato a bowling con una decina di automobili tra le quali avrebbe potuto esserci anche la tua?
- Fui io a scegliere la corsia, senza dubbio. Ma se ciò che dici fosse vero, come mai non mi aiutasti quando, per evitare un gatto, caddi dalla moto?
- Forse perché quella volta aiutai il gatto?
- Quindi prediligi gli animali?
- Chi non li predilige?
- E come mai non salvasti la mia bellissima gatta bianca, finita sotto la ruota di un imbecille?
- La famiglia di topi che salvai grazie a quell'intervento mi ricorda ancora nelle sue preghiere. Tutto è sotto il mio controllo, perché non vuoi arrenderti all'evidenza?
- Hai proprio ragione, sai cosa ti dico?
- No, cosa mi dici?
- Che hai sciolto ogni mio dubbio. Fottiti.
*PUFF*

sabato, febbraio 10, 2007

Punto noto

Con le medesime forme di ogni giorno la strada veniva incontro al muso del mia auto. Nonostante l’ora, le sette e trenta della sera e quindi un traffico moderato, non lo faceva abbastanza velocemente, non tanto almeno da anticipare il mio pensiero, che ad ogni punto noto schizzava supersonicamente percorrendo in tappe veloci il tragitto che mi separava dalla porta di casa.

Con impertinenza e aria da deja’ vue i soliti punti noti sulla strada ad un dato momento si presentavano facendo ripartire il mio pensiero a raggiungere i restanti.

Tutto questo nella sua velocità rendeva il viaggio indeterminatamente lungo.

I tempi di percorrenza in realtà rimanevano invariati ed avrei fatto in tempo a sedermi davanti al quadrato per l’estrazione, in diretta, dei numeri del lotto.

Dopo essere stato visitato innumerevoli volte nella mia fantasia, si concretizzò anche quest’ultimo punto noto: la presentatrice tuonò:

- primo estratto 32.

Il suono della sua voce, uscendo dalla piccola tv della cucina, riempì la stanza diluendo gli altri rumori sino a farli sparire, e incontrastato annunciò il secondo estratto

- secondo numero estratto 6

Sei. Disse proprio sei come le lettere del mio nome.

Prima che annunciasse i restanti numeri il mio pensiero nuovamente si precipitò al galoppo a cercare quello che mi illudevo potesse essere un ennesimo punto noto: il numero 5 (le lettere che compongono il mio cognome). Il mio ambo.

Se qualcuno continua a illudersi che basta crederci posso garantire che non e’ cosi’ perché il cinque io non lo raggiunsi neanche al quinto numero estratto.

Con amara delusione spinsi il tasto off del telecomando, il video gradualmente si oscurò risucchiando l’immagine della sigla sino a ridurla a un piccolo cerchio, come l’ultimo punto di chiusura di un libro drammaticamente emozionante.

Qualche giorno dopo: stessa strada, stessi punti, stessa storia; ad ogni punto noto il pensiero volava verso i successivi. Poco dopo questi si presentavano ad uno ad uno con estrema disinvoltura e indiscutibile certezza.

Stessa sigla, stessa voce, stessa importanza:

-primo numero estratto 11

Era la ruota di Milano e undici il numero civico del mio appartamento. Nelle quattro interminabili pause tra un'estrazione e l’altra, dei rimanenti numeri della stessa ruota, come un oracolo volavo verso la prossima tappa prima che fosse annunciata, convinto fermamente di raggiungere il 9; L’interno della palazzina in cui stavo seduto ad ascoltare le estrazioni del lotto. Il mio ambo.

Il quarto estratto fu il numero 8. Ci ero andato vicino e la pressione del tasto off sul telecomando questa volta fu piu’ decisa e carica di delusione. Non guardai neanche l’immagine che sul video si estingueva a chiusura dell’ennesimo disinganno.

Una volta, durante il consueto tragitto, successe qualche cosa di diverso: uno dei punti noti che poco prima avevo raggiunto con il pensiero non si presentò all’appello:Si era definitivamente dileguato lasciando il posto ad un nuovo cartello pubblicitario.

Poco dopo davanti al video, contemplando il galleggiare delle palline gialle dell’estrazione in diretta, sorridevo vedendo la seconda pallina che zampillando fuori dall’urna riferiva il mio anno di nascita: 71.
Solito viaggio verso il successivo punto noto e a ritmi regolari: venti… venti…venti… (il giorno del mio compleanno).

Venti fu.

Quella volta spinsi il tasto off del telecomando applicandoci sopra un’imprecazione che da li non si sarebbe staccata facilmente. Cazzo! Non avevo giocato, come d’altronde non lo avevo fatto le volte precedenti.

In tutti i casi non avrei mai giocato quella sequenza di numeri

Sempre succedeva che il primo numero del mio ambo fosse semplicemente opera della ruota e solo il secondo fosse un prodotto della mia fantasia guidata irrefutabilmente dal numero della ruota.

venerdì, febbraio 09, 2007

LA SIGNORA BENDATA

Si chiama Fortuna questa signora bendata ed elegante che agisce casualmente e indisturbata talvolta cambiando la vita di una persona in positivo. L’esistenza di ognuno di noi è impregnata di casualità, a volte “lei”capita nella tua vita, altre volte passa solo lì vicino. Ci sono sicuramente persone che predilige, le sue simpatie, che va a trovare più spesso. Si perché non si può negare che alcuni siano oggettivamente più fortunati di altri. Io comunque non li invidio questi “amici della Fortuna” anche se trovo insopportabile una persona che fa vanto di ciò che ha avuto gratuitamente con arroganza e mancanza di sensibilità senza considerare minimamente la condizione di chi ha davanti.
E’ meglio non raccontare con spavalderia i propri” incontri con la dea bendata “anche perché si tratta di casualità e come tali possono imprevedibilmente venire a mancare o addirittura trasformarsi in disgrazie. A quel punto penso che la persona più “fortunata” sia quella che ha la forza e la volontà di rialzarsi subito e riesce ad superare anche gli eventi più spiacevoli e inaspettati senza perdere l’equilibrio interiore.
Io questa signora non so neanche se l’ho mai incontrata, forse ogni tanto fa capolino ma ho dovuto faticare tanto per raggiungere i miei obiettivi. Le cose raramente sono andate come avrei voluto, ho dovuto sviluppare la pazienza e la tolleranza per considerare gli aspetti positivi anche delle esperienze più dolorose.
Ho imparato a non avere grosse pretese dalla vita e a non aspettarmi troppo dagli altri così apprezzo di più le piccole gioie quotidiane, che potrei anche chiamare fortune, perché a volte arrivano a sorpresa. Sono convinta che ognuno di noi abbia le proprie “fortune”, non si può vivere solo di sofferenze, la vita è bella perché è varia.
A volte capita di vivere delle esperienze difficili da interpretare, in effetti “lei” a volte è così silenziosa che non sai se ti aiuterà o meno. Certo che se ci si arrende davanti alle prime difficoltà si rischia di passare un’esistenza misera e monotona.
“La fortuna aiuta gli audaci”, sono d’accordo sull’utilizzo di questo modo di dire quando si tratta di spronare qualcuno ad avere coraggio e fiducia nelle proprie possibilità, non per agire avventatamente e senza criterio, ma con consapevolezza e buonsenso perché può darsi che la dea bendata si imbatta proprio nel tuo cammino.

giovedì, febbraio 01, 2007

Puo’ darsi che porti Fortuna.

Che cosa e ‘ per voi la Fortuna ? La cercate ? Arriva da sola ? Quanto pesa nella ricerca della felicità ? Siete stati fortunati ? Come si e’ manifestata nella vostra vita ? Avete una ricetta per attirarla ?

Solo alcuni interrogativi che non pretendono di essere una linea guida dell’argomento, per il quale vorrei che ognuno si esprimesse con la massima libertà.