domenica, marzo 07, 2010

Concessione del trattamento di C.I.G.S. dal 10/09/2009 al 09/09/2010 Con autorizzazione al pagamento diretto -

E i soldi quando??


lunedì, gennaio 11, 2010

Lasciare in un foglio un tuo pensiero, e guardare nel fondo, la profondità, l'amore.
Il coraggio di guardarsi dentro, e vedere che quello che fai non basta, per chi ti sta acanto. Allora ti volti e la luce che vedi, e solo un raggio, un bagliore, un filtro, una pennellata su un foglio. Non lasciare che nessuno ti rubi l'anima dolce bambina, nei tuoi occhi, la vita ti pagherà anche quando nei momenti bui, il cuore si riempie di gioia, perché chi ti sta attorno, sa quanto vali...
Fabrizio melis

lunedì, dicembre 07, 2009

La parola è sacra

La vita e come un binario in due linee, una cerca sempre di guardare avanti, l'altra si volta per non lasciare indietro le sfumature che scompaiono. La semplicità di saper ascoltare, di godersi ogni momento, di guardare avanti, e di ascoltare ogni parola che si libera dalla bocca. Per non danneggiare un'amicizia che si allontana per non aver evitato, ho per una banalità, e anche meno..........
Io vivo nella mia solitudine, e nel silenzio lascio che i semplici sogni, nella loro più semplice immaginazione restino illesi e nascosti, per non essere confusi. Lo spazio rimasto non è il contenuto, ma il vuoto. Eppure un giorno il mondo farà a meno di me.
Un cavaliere in sella al suo cavallo, entrò nel bosco alla ricerca di un sentimento, prese un sentiero
un raggio di luce.........
La principessa lo guardo! e senza dir nulla seguendo il vento, il raggio di luce si sveglio.
Tante volte nell'imbarazzo si bloccano le parole sull'orlo della bocca, gli occhi possono dir tutto ma non basta dolci e sensibili ho aguzze e taglienti le parole sono la scena che svanisce nell'aria, e rimangono per sempre imprigionate negli occhi, e nel cuore di chi non ha saputo sfruttare un tintillio di luce, che si è spento............................

mercoledì, marzo 04, 2009

Pensiero e parole


Parole, parole, parole.. a volte non servono. Le parole ci confondono, sono delle gabbie e a volte più cerchiamo di spiegarle e più ci ingabbiano! C’è gente che sa solo parlare.. ma parlare non basta. La parola dev’essere il risultato del pensiero e se il pensiero è caotico anche le parole lo sono. Quindi la parola deve seguire la riflessione, il pensiero.. meglio parlare poco ma dire esattamente quello che si vuole esprimere. Difficile? Più di quanto si pensi!! E’ un’arte, bisogna esercitarsi.. e poi accertarsi che ciò che si dice sia ascoltato con attenzione, se no stiamo buttando via il tempo, sprecando energie inutilmente.
La parola dev’essere lenta perché la natura è lenta, le pause sono fondamentali, il tono, l’espressività, i gesti che le accompagnano, lo sguardo.. tutte componenti indispensabili.
E’ un grande dono LA PAROLA.. trattiamola bene!

Parola mia


La PAROLA: il mezzo per parlare per comunicare per esprimere per trasmettere, che bella invenzione la parola!!!! Eppure mi chiedo: “ ma quando scrivo quando parlo la mia parola viene capita?” o meglio “viene capita per quello che voglio dire?”.
Io davvero non lo so! Potrei chiederlo agli altri, ma poi io sarò mai in grado di interpretare giustamente la parola degli altri, cosi da capire ciò che vogliono dirmi ? Ma che devo fare allora? Forse tacere?!

giovedì, gennaio 22, 2009

una parola...

Osare spingersi oltre i confini del consueto e del conosciuto, avventurarsi, inoltrarsi dentro la logica e la fantasia, componenti di bizzarre possibilità oltre il reale, al di là dei limiti del pensiero comune. Calma la puntualità per chi conosce l'ottimismo a una marcia in più nell'arco del tempo considerato giornata, quantitativo di energia che si e liberato dal nostro corpo attraverso la nebbia nel silenzio della mente, punto di osservazione che riflette la continua mutazione dell'ambiente, di un sistema, di armonia e di concentrazione nel realizzare con padronanza efficace, una parola nel vuoto di un pensiero....Ma questo e solo un aspetto soggettivo e personale, per chi non mi conosce può anche pensare che dentro un uomo così piccolo si possa contenere tanta illogica realtà, nell'amore di esprimere con la parola tanta fantasia .................... fabrizio Melis

sabato, febbraio 17, 2007

Pagina di diario

Cosa registrano i vostri occhi, cosa vi colpisce. Impressioni personali, riflessioni, pensieri che vi accompagnano quotidianamente dando sapore ad una giornata qualunque. A voi la scelta di cosa raccontare.

NB: Per la discussione di questo argomento avete tempo fino al 15 Marzo.

mercoledì, febbraio 14, 2007

Il dubbio

- E tu saresti la Dea Bendata?
- Perché, non le somiglio per caso?
- Come posso giudicare una somiglianza con qualcosa che non esiste?
- Sei un uomo molto scettico Stefano, ma il dubbio ti rode sempre, non è vero?
- Il dubbio alimenta la curiosità, la curiosità nutre la conoscenza, la conoscenza genera il dubbio. In che modo tu potresti influire su questo o altri cicli vitali?
- Eppure nel tuo ciclo vitale ho influito parecchio, non credi?
- E quando mai, di grazia?
- Non ricordi la volta in cui un camion senza freni ha giocato a bowling con una decina di automobili tra le quali avrebbe potuto esserci anche la tua?
- Fui io a scegliere la corsia, senza dubbio. Ma se ciò che dici fosse vero, come mai non mi aiutasti quando, per evitare un gatto, caddi dalla moto?
- Forse perché quella volta aiutai il gatto?
- Quindi prediligi gli animali?
- Chi non li predilige?
- E come mai non salvasti la mia bellissima gatta bianca, finita sotto la ruota di un imbecille?
- La famiglia di topi che salvai grazie a quell'intervento mi ricorda ancora nelle sue preghiere. Tutto è sotto il mio controllo, perché non vuoi arrenderti all'evidenza?
- Hai proprio ragione, sai cosa ti dico?
- No, cosa mi dici?
- Che hai sciolto ogni mio dubbio. Fottiti.
*PUFF*

sabato, febbraio 10, 2007

Punto noto

Con le medesime forme di ogni giorno la strada veniva incontro al muso del mia auto. Nonostante l’ora, le sette e trenta della sera e quindi un traffico moderato, non lo faceva abbastanza velocemente, non tanto almeno da anticipare il mio pensiero, che ad ogni punto noto schizzava supersonicamente percorrendo in tappe veloci il tragitto che mi separava dalla porta di casa.

Con impertinenza e aria da deja’ vue i soliti punti noti sulla strada ad un dato momento si presentavano facendo ripartire il mio pensiero a raggiungere i restanti.

Tutto questo nella sua velocità rendeva il viaggio indeterminatamente lungo.

I tempi di percorrenza in realtà rimanevano invariati ed avrei fatto in tempo a sedermi davanti al quadrato per l’estrazione, in diretta, dei numeri del lotto.

Dopo essere stato visitato innumerevoli volte nella mia fantasia, si concretizzò anche quest’ultimo punto noto: la presentatrice tuonò:

- primo estratto 32.

Il suono della sua voce, uscendo dalla piccola tv della cucina, riempì la stanza diluendo gli altri rumori sino a farli sparire, e incontrastato annunciò il secondo estratto

- secondo numero estratto 6

Sei. Disse proprio sei come le lettere del mio nome.

Prima che annunciasse i restanti numeri il mio pensiero nuovamente si precipitò al galoppo a cercare quello che mi illudevo potesse essere un ennesimo punto noto: il numero 5 (le lettere che compongono il mio cognome). Il mio ambo.

Se qualcuno continua a illudersi che basta crederci posso garantire che non e’ cosi’ perché il cinque io non lo raggiunsi neanche al quinto numero estratto.

Con amara delusione spinsi il tasto off del telecomando, il video gradualmente si oscurò risucchiando l’immagine della sigla sino a ridurla a un piccolo cerchio, come l’ultimo punto di chiusura di un libro drammaticamente emozionante.

Qualche giorno dopo: stessa strada, stessi punti, stessa storia; ad ogni punto noto il pensiero volava verso i successivi. Poco dopo questi si presentavano ad uno ad uno con estrema disinvoltura e indiscutibile certezza.

Stessa sigla, stessa voce, stessa importanza:

-primo numero estratto 11

Era la ruota di Milano e undici il numero civico del mio appartamento. Nelle quattro interminabili pause tra un'estrazione e l’altra, dei rimanenti numeri della stessa ruota, come un oracolo volavo verso la prossima tappa prima che fosse annunciata, convinto fermamente di raggiungere il 9; L’interno della palazzina in cui stavo seduto ad ascoltare le estrazioni del lotto. Il mio ambo.

Il quarto estratto fu il numero 8. Ci ero andato vicino e la pressione del tasto off sul telecomando questa volta fu piu’ decisa e carica di delusione. Non guardai neanche l’immagine che sul video si estingueva a chiusura dell’ennesimo disinganno.

Una volta, durante il consueto tragitto, successe qualche cosa di diverso: uno dei punti noti che poco prima avevo raggiunto con il pensiero non si presentò all’appello:Si era definitivamente dileguato lasciando il posto ad un nuovo cartello pubblicitario.

Poco dopo davanti al video, contemplando il galleggiare delle palline gialle dell’estrazione in diretta, sorridevo vedendo la seconda pallina che zampillando fuori dall’urna riferiva il mio anno di nascita: 71.
Solito viaggio verso il successivo punto noto e a ritmi regolari: venti… venti…venti… (il giorno del mio compleanno).

Venti fu.

Quella volta spinsi il tasto off del telecomando applicandoci sopra un’imprecazione che da li non si sarebbe staccata facilmente. Cazzo! Non avevo giocato, come d’altronde non lo avevo fatto le volte precedenti.

In tutti i casi non avrei mai giocato quella sequenza di numeri

Sempre succedeva che il primo numero del mio ambo fosse semplicemente opera della ruota e solo il secondo fosse un prodotto della mia fantasia guidata irrefutabilmente dal numero della ruota.

venerdì, febbraio 09, 2007

LA SIGNORA BENDATA

Si chiama Fortuna questa signora bendata ed elegante che agisce casualmente e indisturbata talvolta cambiando la vita di una persona in positivo. L’esistenza di ognuno di noi è impregnata di casualità, a volte “lei”capita nella tua vita, altre volte passa solo lì vicino. Ci sono sicuramente persone che predilige, le sue simpatie, che va a trovare più spesso. Si perché non si può negare che alcuni siano oggettivamente più fortunati di altri. Io comunque non li invidio questi “amici della Fortuna” anche se trovo insopportabile una persona che fa vanto di ciò che ha avuto gratuitamente con arroganza e mancanza di sensibilità senza considerare minimamente la condizione di chi ha davanti.
E’ meglio non raccontare con spavalderia i propri” incontri con la dea bendata “anche perché si tratta di casualità e come tali possono imprevedibilmente venire a mancare o addirittura trasformarsi in disgrazie. A quel punto penso che la persona più “fortunata” sia quella che ha la forza e la volontà di rialzarsi subito e riesce ad superare anche gli eventi più spiacevoli e inaspettati senza perdere l’equilibrio interiore.
Io questa signora non so neanche se l’ho mai incontrata, forse ogni tanto fa capolino ma ho dovuto faticare tanto per raggiungere i miei obiettivi. Le cose raramente sono andate come avrei voluto, ho dovuto sviluppare la pazienza e la tolleranza per considerare gli aspetti positivi anche delle esperienze più dolorose.
Ho imparato a non avere grosse pretese dalla vita e a non aspettarmi troppo dagli altri così apprezzo di più le piccole gioie quotidiane, che potrei anche chiamare fortune, perché a volte arrivano a sorpresa. Sono convinta che ognuno di noi abbia le proprie “fortune”, non si può vivere solo di sofferenze, la vita è bella perché è varia.
A volte capita di vivere delle esperienze difficili da interpretare, in effetti “lei” a volte è così silenziosa che non sai se ti aiuterà o meno. Certo che se ci si arrende davanti alle prime difficoltà si rischia di passare un’esistenza misera e monotona.
“La fortuna aiuta gli audaci”, sono d’accordo sull’utilizzo di questo modo di dire quando si tratta di spronare qualcuno ad avere coraggio e fiducia nelle proprie possibilità, non per agire avventatamente e senza criterio, ma con consapevolezza e buonsenso perché può darsi che la dea bendata si imbatta proprio nel tuo cammino.

giovedì, febbraio 01, 2007

Puo’ darsi che porti Fortuna.

Che cosa e ‘ per voi la Fortuna ? La cercate ? Arriva da sola ? Quanto pesa nella ricerca della felicità ? Siete stati fortunati ? Come si e’ manifestata nella vostra vita ? Avete una ricetta per attirarla ?

Solo alcuni interrogativi che non pretendono di essere una linea guida dell’argomento, per il quale vorrei che ognuno si esprimesse con la massima libertà.

mercoledì, gennaio 31, 2007

Quell'insostenibile leggerezza dell'eros

Buio.
Le lenzuola di seta porpora ci avvolgevano completamente. Non so perché avesse fatto quella scelta, ma il contatto di quel tessuto delicato sulla pelle mi regalava una sensazione quasi contraddittoria di freschezza e calore. Mi piaceva tanto quella sensazione, e mi piaceva sentire il profumo di lei. Eravamo sdraiati sul fianco destro, il mio petto a contatto con la sua schiena, le mie labbra che sfioravano la sua nuca. Avevo il naso fra i suoi capelli e m'inebriavo di lei. Entrambi compivamo dei leggeri movimenti, ognuno volto a trovare un contatto nuovo, diverso, più intenso ed intimo. Le mie mani la stringevano, accarezzandole i seni e la pancia, mentre le sue mani premevano sul dorso delle mie, assecondandone i movimenti. Sentivo il nostro desiderio crescere all'unisono, il calore dei nostri corpi aumentare lentamente, la carezze farsi sempre più audaci. Precedendomi di un solo attimo, fu lei a modificare la forma che avevamo assunto, voltando il suo viso verso il mio.
Buio.
Non potevo vederlo, ma immaginavo il suo sguardo su di me, i suoi occhi nei miei. Avvicinò le sue labbra alle mie e le sfiorò delicatamente. Le schiudemmo insieme ed il nostro bacio si fece appassionato e languido. Le nostre lingue si avvinghiarono alla ricerca di quell'intimità irraggiungibile quanto agognata, il cui inseguimento inebria corpo, mente ed anima. Sentivo i suoi seni premere contro il mio petto, le sue mani percorrermi la schiena, le sue gambe accarezzare le mie. Il sapore del suo bacio mi riempiva, saturando il mio corpo dell'intenso piacere dell'abbandono. L'abbandono incondizionato, il concedere ed il concedersi, la convinzione che nulla avrebbe potuto turbare quel momento di estrema condivisione.
Buio.
Le sue mani si insinuarono fra i nostri corpi, cercando la prova del mio desiderio. Mi guidò dentro di se con studiata lentezza e sentii il suo calore avvolgermi gradualmente ma completamente. Mi circondò con braccia e gambe stringendomi forte a se, invitandomi a penetrare fino in fondo al suo essere, fino a fonderci in una sola cosa. Entrai in un sublime stato di trance, nel quale i miei pensieri vagavano rapidi e incontrollati senza soluzione di continuità. Respiravamo entrambi affannosamente ed il crescere dei suoi gemiti accompagnava i miei movimenti. Lei mi assecondava, senza remore né pudore. Mi resi conto che la sua stretta aumentava costantemente di vigore mentre il mio cuore aumentava i battiti. Smisi di respirare, per un attimo ed un'eternità, la mia schiena era percorsa dalle sue unghie che mi graffiavano senza però farmi male, e mi accorsi che anche lei aveva fermato il suo respiro e, soprattutto, i suoi gemiti. Avevo gli occhi chiusi, le palpebre strette come a proteggerli da una luce intensa che non era nella stanza, ma proveniva da dentro il mio corpo, dalla mia mente, forse. Ripresi a respirare dopo un tempo che mi sembrò lunghissimo, accasciandomi su di lei. Le sue mani accarezzavano dolcemente la mia schiena ed il suo respiro tornava lentamente normale. Riaprii gli occhi mentre la luce abbacinante che mi aveva travolto poco prima si attenuava sempre più rapidamente, lasciandomi addosso una insostenibile leggerezza.
Buio.

Scoprirsi

Quel viso, quegli occhi che fino a ieri guardavo senza imbarazzo, quasi con disinteresse, oggi mi lasciano uno strano turbamento: non riesco a spiegarmi come mai abbia potuto non notarne l'espressività, la profondità, il calore, la sensualità prima d'ora né riesco a capire perché proprio in questo momento li noto. Erano forse i miei sensi ad essere ciechi, inibiti? Se alzo lo sguardo piano piano verso il tuo, sento uno strano calore invadermi: come vorrei sapere se anche a te succede la stessa cosa, dimmelo coi tuoi occhi! Ho l'impressione di arrossire,da un lato mi sento fragile e vorrei sciogliermi, scomparire, mentre dall'altro il tuo sguardo mi fa sentire bella, vorrei stupirti col mio fascino (oh, come vorrei averne abbastanza!), vorrei colpirti come tu stai facendo con me, invadere i tuoi sensi in questo preciso istante, lo stesso in cui tu stai invadendo i miei. Sento il calore passare dal viso a tutto il corpo: mi piacerebbe sfiorarti, piano piano, quasi con sacralità: i capelli, un orecchio, le sopracciglia, il profilo del naso, le labbra. Non ho fretta, voglio scoprirti lentamente e godermi appieno questa scoperta. Il tempo non ci manca, siamo troppo abituati ad avere tutto e subito, eppure é così bello assaporare le cose con calma perché lascino veramente il segno: so fin troppo bene che questo momento non tornerà più, voglio che resti impresso dentro di me, che il suo ricordo mi provochi le stesse emozioni ancora a lungo, non voglio buttarlo via. Perché guardarti mi spaventa? Perché temo che tu mi scopra fragile e possa deridermi o approfittarne? Non riesco a pensare che la mia fragilità possa affascinarti, se solo riuscissi ad abbandonarmi veramente a te, a non pensare più, a mandare a quel paese quest'odiosa razionalità! Guardo la tua bocca e mi sento rapita, immagino quanto sia morbida, mi piace fissarla e poi fissare il mio sguardo nel tuo e percepire un'intesa, lo stesso desiderio. E mi domando le tue mani come siano capaci di toccare: vorrei che tu lo facessi e allo stesso tempo vorrei frenarti, aspettare ancora, desiderarlo un po' di più se possibile. Mi piace pensare che mi toccheresti dapprima come si tocca qualcosa di prezioso, sfiorando ogni mia piccola piega e pian piano con più desiderio, audacia, forza e mi fa impazzire l'idea di scoprirti con tutti i miei sensi, stringerti e non esserne mai sazia. Vorrei scoprirti ora e riscoprirti ogni volta allo stesso modo, con la stessa forza, accenderti, infuocarti fino ad appagarti e, allo stesso tempo, non appagandoti mai.

domenica, gennaio 28, 2007

A due mani

Nudo, appoggiato a un muro, dentro un mare di rossi petali, sciupato dal vento ondeggio con loro e penso…
Dinnanzi a me lo spazio ampio promette, dietro la vista che i suoi confini occultano, grandi emozioni, un tarlo mi rode l’anima mi ferma il passo, prigioniero del muro che saldo alle spalle mi sovrasta, non riesco neppure ad arretrare, devo scegliere tra la paura del vento e la morte.
Mi fermo un poco, indugio, prendo tempo, tanto quello non manca mai.
Una distorta contraddizione si palesa in tutta la sua potenza, incapace di rivelare la sua natura chiude le porte all’eccelso , lasciandomi nel dilemma della prossima mossa.
Insinuo le mani nell’umida fessura , inondato dal piacere del suo piacere dimentico tutto il resto e mi abbandono al cospetto di una somma ragione che muove la vita.
Sotto un rock forte vibra il pavimento, il basso elettrico e' come un urlo, poi diventa un lampo che si apre spaccando l’aria.

Passione, sensualità , sesso, chiamatela come volete, ma qualunque cosa sia e’ un po’ così: difficile da penetrare talvolta, quasi sempre avventurosa e fitta di grandi scoperte, un susseguirsi di porte, la dove attraversandole cessa la depravazione cedendo il passo alla via che conduce ad una suprema esperienza.
Tutto è tanto complicato che ti lascia scioccato, ti nega persino la possibilità di capire esattamente cosa sia stato.

Certe volte derivi in una lenta progressione, come una tavola in un lago cheto, nella speranza che una tempesta sconvolga la tenuità.
Rincorri il ritmo della melodia che ti giunge spuria all’orecchio, ma non ne percepisci il tempo anche se quello si sa non manca mai.

E’ anche cosi’ questa esperienza: qualche volte sfuggente, non si fa vivere nella sua vastità, diviene lo specchio dei nostri turbamenti e ci lascia annichiliti nell’incapacità di superarli.

Ma spesso accade che dietro l’ultimo sospiro di speranza il vento si alzi, liberando in volo l’ultimo sogno di libertà. Il gioco intimo degli amanti attraversa il muro della percezione annientando il pregiudizio della perversione.

Respiri, gemiti, movimenti quasi impercettibili, all’unisono diventano motivo di godimento.
Tutto diventa semplicemente una questione di equilibrio. La scoperta di un mondo comune surreale e sublime si realizza in una risonante dispersione di tensioni.
– In questo ambito l’unico compito della razionalità è quello di far durare quanto piu’ a lungo questo tempo -
Rimane fermo sopra di noi il senso di appagamento, lo percepiamo vivendo nel suo abbandono la gioia dello zero assoluto.

In questo pezzo, scritto a due mani (io e me ) , abbiamo incollato qualche “slide” di vita nascosta esaltando la spettacolarità propria del nostro tempo, apprezzandone l’energia che ne scaturisce, energia capace di portarci all’essenza dell’esperienza (Leggesi “I Barbari” di Baricco).
Mi spiace per le torsioni a cui vi ho costretto ma oggi volevo scrivere cosi’.

giovedì, gennaio 25, 2007

Sensualità e sessualità

Sensualità, sessualità, passione, erotismo. Componenti umane che sono arte e hanno un linguaggio specifico e talmente ricco di sfumature che la decodificazione è impresa assai ardua.
E’ come quando si cerca di tradurre la musica in parole o un testo scritto in un film, sono codici diversi, si perde sempre qualcosa nella trasposizione.
Tenterò tuttavia di inoltrarmi in quest’ambito in modo da riuscire a trasmettere la mia visione personale.
Vorrei intanto premettere che in quanto esseri umani qualunque sia la modalità in cui decidiamo di esprimerci vi è sempre una stretta correlazione tra affettività, psiche, spiritualità e corporeità e un determinato comportamento può essere influenzato da grado di civiltà, cultura, educazione, religione o credo.
La sensualità è la facoltà di percepire o di esprimersi attraverso i sensi suscitandone il piacere o richiamando impulsi o desideri sessuali.
Nella società attuale se ne abusa spesso smodatamente perché un messaggio che risveglia i sensi richiama più facilmente l’attenzione di un interlocutore distratto, laddove lo si debba convincere di qualcosa. Infatti è proprio attraverso i sensi che ci sentiamo vivi, che il nostro corpo riceve impulsi per poi elaborare risposte, e una padronanza e abilità nel manifestare la propria sensualità può fare di un individuo un grande seduttore. Ma non sempre chi la ostenta in modo eccessivo e fuori luogo poi nell’intimità si rivela così disinvolto e disinibito. Anzi può capitare viceversa che proprio per i condizionamenti che hanno influito nella crescita e nella formazione della personalità, un individuo apparentemente freddo e distaccato in realtà sia un grande amatore e abbia una sensualità e una creatività sorprendente.
La sensualità è l’anticamera dell’erotismo inteso come forma elaborata della sessualità che differenzia l’uomo dagli animali e in quanto tale assume aspetti e modi diversi e variabili da persona a persona, da coppia a coppia.
Credo che per potersi esprimere liberamente nell’eros ci debba essere l’abbandono dell’uno nell’altro che presuppone la fiducia, il rispetto e la stima. Non penso ci siano regole o schemi prestabiliti ma che se ci sono i presupposti possa essere in continua evoluzione e regalare emozioni e sensazioni che si arricchiscono col tempo, con la conoscenza e la confidenza reciproca.
Una persona può avere una carica erotica notevole ma non riuscire ad esprimerla perché ha un partner sbagliato. L’erotismo è legato alla maturità e alla consapevolezza del se e si sviluppa in parallelo all’identità della persona o della coppia. Può capitare che una persona che pensa che la propria sessualità sia monotona e schematica perché così è stata col partner di sempre, improvvisamente si scopra fantasiosa e appassionata con un nuovo compagno. E’ importante quindi cercare di esprimere al partner le proprie sensazioni ed emozioni in modo da non sentirsi a disagio e distogliere la mente da eventuali turbamenti che possono ostacolare la libertà e le modalità d’interazione nell’eros.
Ritengo strettamente personali e delicati questi aspetti del comportamento umano ma fondamentali e importanti per vivere serenamente e pienamente la propria sessualità.

martedì, gennaio 16, 2007

L'eros che si fa parola

Sensualità, sessualità, passione, erotismo.
Componenti umane spesso represse, sovente sottovalutate, altre volte fastidiosamente ostentate.
Scrivete, se potete, la vostra visione.
Abbandonate pudicizia e luoghi comuni ed esprimete tutta la vostra carica erotica (se ce l'avete).

Una vita da vivere - conclusioni

Un argomento senz'altro vasto e complesso da trattare. Ammetto che anch'io mi son trovata in difficoltà nel sintetizzare in poche righe i miei pensieri sulla vita e sul modo di condurla. Sono grata a tutti i redattori che hanno scritto per essersi concentrati sul tema e aver creato qualcosa di personale e unico che merita sempre attenzione e apprezzamento. Grazie quindi per la partecipazione e spero che, nonostante un inizio in sordina, il 2007 porti a tutti la giusta ispirazione.

sabato, dicembre 30, 2006

Questo viaggio straordinario

Ognuno di noi è il protagonista e l’artefice, nei limiti della propria natura, di questo straordinario viaggio dell’esistenza terrena, un viaggio unico e singolare nella sua specificità.
Giorno per giorno, col passare del tempo, cresciamo e ci arricchiamo sviluppando gli aspetti latenti della nostra personalità.
Le possibilità di vivere la propria esistenza penso siano illimitate, a volte il destino si impone e ci costringe a prendere una strada piuttosto che un’altra, ma fondamentalmente ognuno di noi gestisce la propria vita in relazione a se stesso e alle circostanze in cui si trova.
Credo che tutti dovremmo cercare dentro di noi i mezzi per poter affrontare questo viaggio, abbiamo un potenziale immenso da cui attingere, basta volerlo. A volte con la volontà si riesce a compiere imprese impensabili.
Non si finisce mai di conoscersi fino in fondo e penso che uno degli obiettivi principali di ogni uomo sia proprio quello di capire la propria essenza, entrare in sintonia con se stesso.
Quanta gente oggi si nasconde dietro maschere di finzione cercando di convincere gli altri che va tutto bene. Non dobbiamo convincere gli altri del nostro stato d’animo, siamo noi che dobbiamo star bene. Quando qualcosa non va credo che dovremmo cercare le cause del nostro malessere, reagire, metterci in discussione. Se facciamo chiarezza dentro di noi riusciamo a comunicare con più lucidità anche con gli altri. A mio parere la comunicazione è uno dei bisogni primari dell’uomo. Una comunicazione aperta e profonda è sempre costruttiva e porta ad un arricchimento e ad una crescita interiore.
Penso che nella nostra diversità abbiamo tutti qualcosa da offrire agli altri, il nostro atteggiamento è fondamentale. Se siamo ricettivi e attenti ogni esperienza può lasciarci un nuovo insegnamento e aprirci una nuova prospettiva.
Non si sfugge alla sofferenza, a un destino che ci impone scelte dolorose o condizioni da rispettare e un evento improvviso può cambiarci completamente la vita. In quei casi agitarsi o disperarsi è controproducente, invece dovremmo affrontare la realtà con coraggio, senza farci prendere dal panico.
Io cerco sempre di ascoltare la voce della mia coscienza che mi da istruzioni su come agire e sulle qualità che è utile sviluppare per il mio bene e quello degli altri. A volte mi sembra di non farcela, che le prove che devo affrontare siano troppo ardue, ma non posso arrendermi prima di aver fatto il possibile. Allora faccio ricorso a tutte le mie risorse e cerco di concentrarmi e mettercela tutta. Il risultato non è sempre ottimale ma so che ho fatto del mio meglio e sono in pace con me stessa.
Non so cosa mi riserva il futuro, so che voglio sentirmi viva, non smettere mai di imparare per migliorare e partecipare attivamente alla mia vita vivendo pienamente ciò che mi offre questo straordinario viaggio.

domenica, dicembre 24, 2006

E' tutto un attimo...

Che grande commozione alzarmi la mattina e pensare, che dentro quel raggio di sole che entra dalla finestra, c’è vita e un impercettibile silenzio risveglia tutti i miei sensi.
Sento già una con una certa smania, quella frenesia matta che porta a uno stato di piacere e di svuotamento interiore. Ogni giorno è da vivere senza sacrificare il presente per il futuro; si ride si scherza e si resiste.
Mi dirigo verso la cucina ad occhi chiusi, guidata dal dolce profumo dei cornetti alla crema.
Piccoli fatti che nella loro semplicità creano una sensazione tra piacere e dolore con la facoltà di dominare l’esistenza di ogni essere umano, invitandolo alla pazienza e all’adattamento.
Rapita da queste riflessioni vere e certe come le ore segnate sull’orologio della cucina, gusto con grazia e golosità la ghiottoneria. Chiudo gli occhi e lo assaporo con tranquillità, boccone dopo boccone, con quel turbamento che dallo stomaco si irradia alle gambe, dilatando i capillari delle estremità del mio corpo e portandomi cosi ad uno stato di lipotimia. La perdita dei sensi mi impedisce di arrivare alla crema, mi abbandono cosi all’impulso e finalmente riesco a portare fuori tutta me stessa.