sabato, febbraio 10, 2007

Punto noto

Con le medesime forme di ogni giorno la strada veniva incontro al muso del mia auto. Nonostante l’ora, le sette e trenta della sera e quindi un traffico moderato, non lo faceva abbastanza velocemente, non tanto almeno da anticipare il mio pensiero, che ad ogni punto noto schizzava supersonicamente percorrendo in tappe veloci il tragitto che mi separava dalla porta di casa.

Con impertinenza e aria da deja’ vue i soliti punti noti sulla strada ad un dato momento si presentavano facendo ripartire il mio pensiero a raggiungere i restanti.

Tutto questo nella sua velocità rendeva il viaggio indeterminatamente lungo.

I tempi di percorrenza in realtà rimanevano invariati ed avrei fatto in tempo a sedermi davanti al quadrato per l’estrazione, in diretta, dei numeri del lotto.

Dopo essere stato visitato innumerevoli volte nella mia fantasia, si concretizzò anche quest’ultimo punto noto: la presentatrice tuonò:

- primo estratto 32.

Il suono della sua voce, uscendo dalla piccola tv della cucina, riempì la stanza diluendo gli altri rumori sino a farli sparire, e incontrastato annunciò il secondo estratto

- secondo numero estratto 6

Sei. Disse proprio sei come le lettere del mio nome.

Prima che annunciasse i restanti numeri il mio pensiero nuovamente si precipitò al galoppo a cercare quello che mi illudevo potesse essere un ennesimo punto noto: il numero 5 (le lettere che compongono il mio cognome). Il mio ambo.

Se qualcuno continua a illudersi che basta crederci posso garantire che non e’ cosi’ perché il cinque io non lo raggiunsi neanche al quinto numero estratto.

Con amara delusione spinsi il tasto off del telecomando, il video gradualmente si oscurò risucchiando l’immagine della sigla sino a ridurla a un piccolo cerchio, come l’ultimo punto di chiusura di un libro drammaticamente emozionante.

Qualche giorno dopo: stessa strada, stessi punti, stessa storia; ad ogni punto noto il pensiero volava verso i successivi. Poco dopo questi si presentavano ad uno ad uno con estrema disinvoltura e indiscutibile certezza.

Stessa sigla, stessa voce, stessa importanza:

-primo numero estratto 11

Era la ruota di Milano e undici il numero civico del mio appartamento. Nelle quattro interminabili pause tra un'estrazione e l’altra, dei rimanenti numeri della stessa ruota, come un oracolo volavo verso la prossima tappa prima che fosse annunciata, convinto fermamente di raggiungere il 9; L’interno della palazzina in cui stavo seduto ad ascoltare le estrazioni del lotto. Il mio ambo.

Il quarto estratto fu il numero 8. Ci ero andato vicino e la pressione del tasto off sul telecomando questa volta fu piu’ decisa e carica di delusione. Non guardai neanche l’immagine che sul video si estingueva a chiusura dell’ennesimo disinganno.

Una volta, durante il consueto tragitto, successe qualche cosa di diverso: uno dei punti noti che poco prima avevo raggiunto con il pensiero non si presentò all’appello:Si era definitivamente dileguato lasciando il posto ad un nuovo cartello pubblicitario.

Poco dopo davanti al video, contemplando il galleggiare delle palline gialle dell’estrazione in diretta, sorridevo vedendo la seconda pallina che zampillando fuori dall’urna riferiva il mio anno di nascita: 71.
Solito viaggio verso il successivo punto noto e a ritmi regolari: venti… venti…venti… (il giorno del mio compleanno).

Venti fu.

Quella volta spinsi il tasto off del telecomando applicandoci sopra un’imprecazione che da li non si sarebbe staccata facilmente. Cazzo! Non avevo giocato, come d’altronde non lo avevo fatto le volte precedenti.

In tutti i casi non avrei mai giocato quella sequenza di numeri

Sempre succedeva che il primo numero del mio ambo fosse semplicemente opera della ruota e solo il secondo fosse un prodotto della mia fantasia guidata irrefutabilmente dal numero della ruota.

3 Comments:

Augusta ha detto...

Come idea non è male, questa di parlare degli automatismi e delle scene quotidiane che ci scorrono davanti imperturbabilmente riempendo comunque parte del tempo di questa vita preziosa. Ma spiegami una cosa, che diamine le guardi a fare le estrazioni del lotto se non giochi?

Anonimo ha detto...

il gioco fa parte della fantasia, e non sempre della realtà... In certi casi la realtà fa parte della fantasia, allora il gioco fa parte della realtà...

Andrea T. ha detto...

Apprezzabile tentativo sillogistico ma inequivocabilmente opinabile e come tale fallito.
Riprova sarai piu’ FORTUNATO.