martedì, ottobre 03, 2006

Punti di Vista


A pane e acqua. Pratica e spiritualità del digiuno. Il digiuno (sia come astensione che come regolata consumazione degli alimenti di breve, media o lunga durata) può avere scopi intellettuali (Socrate e Platone lo facevano per potenziare la funzionalità cerebrale), ideologici (Pannella), terapeutici e spirituali (Gandhi).
Antonio Gentili. Prezzo di copertina: Euro 13,00

Ho vissuto a Pane e acqua. Non importa: ho dimostrato che prostituirsi non e’ necessario
Tratto da un’intervista a un transessuale

Iraq: torture, pane e acqua per 17 giorni. Nuove accuse di violenze nel rapporto del Pentagono.
(ANSA) - NEW YORK, 16 Giugno

Pane e acqua ? Solo dopo le 18:00.
Il Ramadan in Marocco…

A “PANE E ACQUA”. Inascoltati gli allarmi, siamo al collasso dei servizi di ristorazione.
Il CdA dell’Università di Salerno, nella seduta del 17 novembre ...

No! Niente di tutto questo e’ il mio Pane e Acqua.

All’età di 10 dieci anni avevo già una definizione precisa di pane e acqua e, badate bene, questo non per esperienza diretta.
In tutta onestà non credo di sapere il perchè o il percome si sia delineata, con estrema ricchezza di dettagli, un’immagine che nella mia mente coincideva appunto con pane e acqua. Queste due parole erano per me allora una vera e propria formula evocativa di una figura apparentemente angosciante: una ciotola in ferrosmalto di colore rosso, punteggiata qua e la da macchie di ruggine, contenente qualche pagnotta gonfiata dall’acqua, posta al centro di una piccola stanza simile ad una cella di isolamento in un vecchio carcere. I due metri quadrati della piccola stanza illuminati da un’unica apertura sul soffitto che rifletteva una griglia su uno dei muri e quella sudicia ciotola rappresentavano per me la semplice constatazione che pur di non mangiare una simile schifezza avrei sostenuto un digiuno ad oltranza.
Stranamente tutto ciò non aveva nulla a che vedere con l’inquietudine che l’angusto ambiente poteva suggerire.
Per anni pane e acqua si sintetizzò quindi nella mia mente con la parola “digiuno”.
Ora posso sostenere con ferma convinzione che pane e acqua siano una forma di sostentamento sopportabile anche per svariati giorni. Qualcuno di voi, a questo punto, starà ovviamente pensando che il mio limite di tolleranza alle avversità sia salito, oppure che le mie papille gustative abbiano, nel corso del tempo, aumentato la capacità di adattarsi a nuovi sapori. Ne l’uno ne l’altro. Nel corso della mia vita nessuna necessità o vicissitudine mi ha costretto a cambiare i miei gusti e il confronto fra me e il pane e acqua rimane ancora oggi puramente immaginario.
So solo che ad un certo punto la rappresentazione che avevo in principio è svanita e so pure perché! Si è dissolta perché il “paneeacqua” ha smesso di essere una cosa sola e si è trasformata in due distinti elementi ingeribili in maniera separata.
Quale sia esattamente la causa scatenante non lo so invece. Sono crollati i muri di una cella, la ciotola è svanita, l’acqua è dentro una bottiglia, il pane è asciutto e vivo in un mondo troppo complicato, popolato di superfluo, e tante volte avrei semplicemente bisogno solo e soltanto di un po’ di pane e acqua.

7 Comments:

Stefano C. ha detto...

Questo tuo contributo sprigiona irrefrenabili immagini purpuree di vita vissuta e rivissuta, con riflessione e sagace autocritica. Sebbene qualcuno, dopo averlo letto, ha chiesto insistentemente di conoscere il tuo pusher, personalmente apprezzo lo spunto narrativo e l'ardore della tua prosa.
Con riverente inchino...

Jenny ha detto...

Scritto molto bene.Ma sento a credere che all'età di 10 anni tu avessi tutti quei pensieri angoscianti .....

Cinzia ha detto...

Complimenti Andrea , per l'originalià dell'argomento che ha messso in crisi un po tutti NOI BRAVI REDATTORI E AMICI nessuno escluso .
Da buon profeta dopotutto per te non è stato difficile esprimerti , se leggo con il tono giusto cavolo il tuo responso e magicamente convicente !
Forte " zio " .

Andrea T. ha detto...

Ma ho scritto: "Apparentemente angosciante". In realtà nella mia mente da fanciullo la cella non lo era affatto. L'unico vero turbamento era probabilmente il pane gonfiato dall'acqua, cosa peraltro che continua a produrmi rigetto.

Anonimo ha detto...

Complimenti per la capacità descrittiva! Chi legge ha la sensazione di vedere cio che la tua mente ha pensato. Anche il tuo racconto e veramente ben scritto ottima la conclusione!

Da cancellare ha detto...

"Una ciotola in ferrosmalto di colore rosso" io me la ricordo bene era la ciottola di Vick il vostro cane.
Comunque,non vorrei allarmarti,ma io nutro forti sospetti di plagio sul pezzo di Francesco.

Andrea T. ha detto...

Mi hai fatto venire un grosso dubbio ora. Se quella ciotola fosse stata veramente dei nostri cani, stando alla mia immagine, mio padre l'avrebbe riempita spesso di "Poddi", quindi c'e' la probabilità che i cani si siano trasformati in galline.