venerdì, ottobre 06, 2006

PANE E LATTE

Pane e acqua. Nei ricordi di mio padre il pane era secco perché non si poteva comprare tutti i giorni e magari qualche volta lo si chiedeva alle famiglie più ricche, che invece l'avrebbero buttato via. Nei giorni di magra si poteva effettivamente abbinarlo all'acqua: l'acqua fortunatamente non mancava mai, ce n'era in abbondanza. Vicino a casa sua scorreva il fiume Brenta: amico quando si aveva sete, quando si cercava refrigerio o per giocare d'estate; nemico quando d'inverno si ingrossava troppo e diventava un pericolo per la sopravvivenza, per la casa. Se si era fortunati, invece dell'acqua, al pane si poteva abbinare il latte, ed era buonissimo! Ancora oggi, per mio padre, é un'emozione strana, quasi un rituale, una sera ogni tanto, per cena, mangiare pane e latte: probabilmente lo riporta indietro a quei giorni fortunati in cui il pane si poteva inzuppare ed ammorbidire in qualcosa di un po' più saporito e sostanzioso e in cui ci si sentiva quasi ricchi. Può sembrare che io stia parlando di secoli fa, eppure questo succedeva veramente meno di cinquant'anni.Effettivamente, se ancora adesso ci penso, anche per me il pane quando ho molta fame e l'acqua quando ho molta sete sono un'emozione ed una soddisfazione particolare, eppure mi resta comunque difficile immedesimarmi veramente in mio padre che é cresciuto a pane ed acqua. Però,ironicamente forse, in qualche modo, a pane ed acqua mi sembra di viverci anche oggi: un pane ed acqua diverso da quello di mio padre, un pane ed acqua emotivo, la sensazione di intrattenere rapporti essenziali, di non riuscire a vivere pienamente, l'impressione che troppo spesso nei rapporti umani tutto si limiti al minimo, all'essenziale, al superficiale,tutto serva per passare il tempo ma troppo poco lasci veramente il segno. E mi capita di chiedermi: é forse perché non ho realmente dovuto vivere a pane ed acqua che sento questo vuoto emotivo attorno a me?

8 Comments:

Stefano C. ha detto...

Anche per mia madre il pane e il latte hanno un sapore particolare, sapore che io ritrovo in alcuni alimenti del mio passato, come il cafféllatte con i tarallucci o i cornetti Algida enormi che costavano 200 lire.
La tua domanda finale offre uno splendido spunto di riflessione.
Se e quando troverai una risposta spero tu vorrai condividerla con noi :)

Andrea T. ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Andrea T. ha detto...

Vero!! Spesso rimane solo l'ironia a contrastare la fame di emozioni.
E tante volte avremmo semplicemente bisogno solo e soltanto di un po’ di pane e Latte.

Jenny ha detto...

Ciao Elisa sono Jenny.
E' un vero piacere fare la tua conoscenza.
Appena ho letto Brenta ho detto: questa mi è simpatica :-))
Mio nonno invece era solito inzuppare il pane nel vino annacquato - non che fosse un ubriacone - il fatto è che era quella la loro fonte di sostentamento che gli permetteva di sopportare il duro lavoro in campagna.

Da cancellare ha detto...

Ciao Elisa, piacere di conoscerti.
Pane inzuppato con il latte caldo, che buono. Leggermente abrustolito con la brace nel camino, quante volte lo avrò mangiato.
Ciao.

Cinzia ha detto...

Che bello fare affidamento suoi ricordi !!

Quel triste vuoto emotivo è un po’ una malattia del secolo , il virus dell’incertezza

con un po’ di acqua e zucchero svanisce … :)

è più grande la nostra voglia di squarciare il presente con le nostre impronte .



Ciao Elisa , andava detto prima !

Francesco ha detto...

Ciao Elisa
pane+acqua=semplicità non è questa l'equazione della vita?

Stefano C. ha detto...

Ed io che pensavo che l'equazione della vita fosse +soldi-problemi=serenità.
Dovrà ricredermi e investire in un forno :D