martedì, ottobre 24, 2006

NICOLA

Io e Nicola siamo stati amici per la pelle fino all'età di 6 anni. Eravamo nati a pochi mesi di distanza l'uno dall'altra e le nostre mamme,a loro volta, erano amiche da sempre.Eravamo amici ancor prima di sapere cosa fosse l'amicizia. Da neonati, dormivamo assieme, sotto la copertina di lana a quadri colorati fatta da sua nonna: dormivamo vicini, ci tenevamo caldi e ci facevamo compagnia. E ci dava sicurezza la certezza di svegliarci e ritrovarci l'uno accanto all'altra: una presenza morbida, un sorriso sdentato che ci aiutava a non sentirci abbandonati in quel mondo così misterioso, sconosciuto. Non appena siamo stati in grado di mangiare da soli, stavamo seduti sul seggiolone l'uno di fianco all'altra e ci imboccavamo a vicenda: all'inizio difficilmente le cucchiaiate di pappa raggiungevano sane e salve la bocca dell'amico e questo creava un po' di frustrazioni in tutti e due, ma pian piano le cose migliorarono ed era una soddisfazione enorme il sorriso dell'amico con la pancia piena, soprattutto perché consapevoli di aver partecipato attivamente a questa soddisfazione. Al mare, potevano lasciarci per ore da soli sotto l'ombrellone e noi giocavamo con niente: la nostra passione era il gioco del dottore ed a turno ci tiravamo giù il costume, per farci un'improbabile puntura sul sedere col dito indice. Ai miei occhi, Nicola era l'amico perfetto: non gli mancava nulla, nonostante non riuscisse a starmi dietro quando correvo,nonostante inciampasse su un muretto che io saltavo con molta agilità e nonostante facesse capricci esagerati per avere tutto quello che avevo io: fosse un gelato, fosse un gioco, fosse una coccola da parte di un adulto. Di sicuro c'era qualcosa che ci distingueva ed era evidente agli occhi adulti, ma ai miei occhi, Nicola era uguale a me e gli volevo bene incondizionatamente.Un mattino d'inverno dei primi anni '80 sentii squillare il telefono di casa e mia madre rispondere: 'Come? Veramente? Nicola?'. Ricordo come se fosse oggi questa frase e ricordo di essere corsa da lei per chiedere: 'Cos'é successo a Nicola?' come se già sapessi che qualcosa non andava, che un filo si fosse spezzato: 'No, hai capito male! Parlavo di Nicoletta, una bambina che non conosci: si é sentita poco bene'. Non fui convinta di quella risposta allora e ancor meno mi convinse due giorni dopo, quando, seduta in sala a giocare davanti all'albero di Natale,sentii mia madre e mio padre salutarmi prima di uscire e chiesi loro: 'Dove andate?'. Mi risposero: 'A comprare gli addobbi' ed io mi voltai perplessa verso l'albero già addobbato davanti a me, domandandomi quali altri addobbi servisse comprare, con un albero già così colorato e vivace. Quel giorno mi sentii più sola del solito: nonostante altre volte fossi stata senza i miei genitori, nonostante fosse Natale ed in casa ci fosse quell'atmosfera particolare tipica di quella stagione dell'anno, dentro di me sentivo qualcosa di strano che non sapevo spiegarmi.Non so dire quando mi sia stata raccontata la verità, quando ho saputo che Nicola era morto perché affetto da una malattia rara ancora oggi incurabile. A quel punto, probabilmente, avevo già metabolizzato la sua assenza da un po' e da sola. Oggi, quando mi raccontano quanto fosse evidente che Nicola fosse malato, diverso da me, con capacità motorie e cognitive limitate, mi é ancora difficile crederci: per me, lui era l'amico. Se penso all'amicizia,nella mia infanzia, vedo ancora Nicola con i suoi sopracciglioni scuri e lo sguardo buono che mi sorride.

3 Comments:

Andrea T. ha detto...

Molto bella questa figura di amicizia che sorpassa la diversità e’ continua a vivere seppure solo in un ricordo.

Cinzia ha detto...

Ciao Elisa, complimenti intanto; è già la seconda volta che con i tuoi ricordi
anche la mia memoria ricorda. Con episodi diversi, mi trovo a viaggiare nel tempo!

Stefano C. ha detto...

I bimbi sono pieni di quella schiettezza ingenua che permette loro di vedere le differenze per quello che sono: differenze appunto, non ostacoli. Forse è anche per questo che i legami di Amicizia più forti nascono in età adolescenziale, se non addirittura prima.
Mi auguro tu non dimentichi mai Nicola :)