lunedì, ottobre 23, 2006

IL COMPITO IN CLASSE.

Leggendo il titolo dell’argomento su cui dovevamo scambiarci le nostre interpretazioni, per un attimo, ho sentito lo stesso groppone allo stomaco che provavo alle elementari, quando le maestre si ostinavano a darci dei temi esistenziali (amicizia, rapporti con i genitori etc), mentre noi non avevamo ancora voglia di farci le seghe mentali per analizzare quei sentimenti ancora troppo istintivi perché potessero essere sezionati fino alla nausea.
Da allora tempo n’è passato ma, nel parlare d’amicizia, ho avuto la tentazione di rifugiarmi in una storia inventata, come facevo allora, dove la mia migliore amica era solo mia, sempre per me e che, ovviamente, mi adorava.
Il punto è che io non ho mai inteso così l’amicizia, però leggendo gli altri temi mi sentivo diversa, sola, perché non amavo le costrizioni, molte già da allora volute dalla televisione (Candy Candy ha mietuto una marea di vittime), dalla società o semplicemente da quelli a te più cari.
Così sono passata anch’io dalle soffocanti amicizie preadolescenziali a quelle più allegre e numerose dell’adolescenza vera e propria; a tutt’oggi quelle persone sono un punto focale della mia crescita e della mia esistenza, anche se non ci vediamo quasi mai ho imparato a spogliare questo sentimento dai tanti fronzoli che “doveva” avere per essere definita autentica amicizia.
Poi è arrivata la maturità, con tutte le responsabilità della vita, dove cerchi di fare il punto sui valori fondamentali della vita, dove cerchi definizioni concrete ai sentimenti che, per loro natura di concreto non hanno niente, e così mi sono persa… finché ho deciso di sottrarre al significato di Amicizia quello che ritenevo in più: niente costrizioni, niente bugie niente giudizi e critiche negative, nessun cartellino da timbrare e, di contro, la mia disponibilità a rassicurare le amiche più insicure che la mia presenza è immancabile e costante perché non tutti abbiamo la stessa visione dei sentimenti.Ora se mi ripresentassero quel tema dovrei inventare tanti particolari inesistenti per prendere la sufficienza, però poiché è con voi che sto dialogando vi dirò che per me è rimasto il profondo e gioviale piacere di una presenza,di una chiacchierata senza implicazioni di sorta, a volte anche una passeggiata ti può legare a qualcuno. Per me è quest’essenza di amicizia che mi suscita gioia, e mi auguro possa fare lo stesso con chi mi sta accanto da poco o da tanto in questo cammino di vita.

3 Comments:

Andrea T. ha detto...

"niente costrizioni, niente bugie niente giudizi e critiche negative, nessun cartellino da timbrare e,di contro, la mia disponibilità.."
be' meditiamo meditiamo.
Cmq per quanto mi riguarda la sufficienza la superata di gran lunga.

Cinzia ha detto...

Ciao Daniela, ti stavo aspettando :) è arrivato l'esempio che cercavo " quella immancabile e costante presenza ".Sei la pratica di questa teoria ...

Stefano C. ha detto...

Ognuno ha il suo modo di vivere e manifestare i sentimenti.
E' però importante essere Amici piuttosto che preoccuparsi di averne.